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detrazioni fiscali ristrutturazione

ATTENZIONE: articolo in continuo aggiornamento.
Ultimo aggiornamento in data 09/04/2021

Devi sostituire gli infissi? Se sì, hai sicuramente sentito parlare della possibilità di fare le ristrutturazioni gratis.

In questo articolo ti diamo ulteriori aggiornamenti riguardanti il superbonus 110 ed in particolare faremo riferimento agli infissi.

L’articolo è corposo ma semplice. Nella prima parte introduciamo e spieghiamo cos’è il superbonus 110 e come fare per ottenere la detrazione fiscale infissi 2020.

Nella seconda parte dell’articolo introduciamo la detrazione ecobonus del 50% per gli infissi più semplice da ottenere.

Di seguito trovi anche un indice dei contenuti che ti permetterà di raggiungere velocemente la parte dell’articolo che più ti interessa approfondire senza necessariamente leggerlo tutto.

 

Che cos’è il superbonus 110?

Il bonus 110 per cento è un’agevolazione fiscale che consente di “recuperare” il 110% della spesa effettuata per alcune tipologie specifiche di interventi e a determinate condizioni. Il termine recuperare è tra virgolette in quanto, di fatto, una tale percentuale determina addirittura un guadagno. In buona sostanza, si viene rimborsati di una cifra superiore a quanto è stato speso.

Questa però non è l’unica opzione disponibile. Infatti è possibile effettuare i lavori senza spendere soldi propri, appoggiandosi ad una banca oppure chiedendo direttamente lo sconto in fattura. In questo caso la fattura del fornitore avrà un importo pari a zero.

Si tratta oggettivamente di un provvedimento dalla portata rivoluzionaria, pensato per raggiungere due obiettivi: dare sollievo al mercato edilizio in un momento di particolare difficoltà, favorire gli interventi “green”, che portano a una riqualificazione energetica del patrimonio urbanistico italiano, il quale sappiamo essere per la maggior parte vecchio ed energivoro.

Chi ha diritto al superbonus 110?

Per quanto rivoluzionario e inedito, il provvedimento è circoscritto e mirato. Ciò significa che è necessario rispondere a stringenti requisiti.

Il superbonus 110 può essere usufruito da:

  • Condomini
  • Persone fisiche su unità immobiliari (al di fuori dell’attività d’impresa)
  • Istituti autonomi e case popolari
  • Cooperative di abitazione a proprietà indivisa
  • Società sportive (solo per parti dell’immobile adibite a spogliatoio)

Puoi usufruire del superbonus 110 per non più di due unità immobiliari. Nel caso in cui tu sia in possesso di altre unità immobiliari ma all’interno di uno stesso condominio, puoi usufruire del superbonus 110 solo per gli interventi trainanti (che approfondiremo tra poco).

Quali sono i lavori che rientrano nelle detrazioni?

L’accesso al bonus 110 per cento del 2020 è riservato solo a chi realizza almeno uno dei cosiddetti interventi trainanti, ovvero attività fortemente qualificanti dal punto di vista energetico.

  • Isolamento delle superfici opache verticali, orizzontali e oblique (muratura, tetto e i solai), incrementano  il grado di isolamento termico dell’edificio e cagionando una drastica riduzione dei consumi per la climatizzazione e il riscaldamento. Un esempio di questo intervento è il classico cappotto termico. Il massimale detraibile per questo singolo intervento è di 50.000 euro in caso di edifici unifamiliari o villette; di 40.000 euro per ciascuna unità abitativa nei condomini composti da max 8 unità; di 30.000 euro per ciascuna unità abitativa nei condomini composti da più di 8 unità. Tali interventi devono coprire almeno il 25% della superficie disperdente della casa.
  • Sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti con impianti più efficienti (pompa di calore, caldaia a condensazione etc) che riducono drasticamente le emissioni di sostanze inquinanti. Il massimale detraibile per questo singolo intervento è di 30.000 euro. Questo è riservato solo agli edifici unifamiliari e villette.
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati (solo per i condomini). Il tetto di spesa è di 20.000 euro per ciascuna unità abitativa nei condomini composti da max 8 unità; di 15.000 euro per ciascuna unità abitativa nei condomini composti da più di 8 unità.

Tuttavia, ad alcune condizioni è possibile usufruire del superbonus 110 anche per la sostituzione degli infissi.

Nello specifico, ciò è possibile se:

  • La sostituzione degli infissi è contestuale ad almeno uno degli interventi appena descritti, ovvero l’installazione del cappotto termico e l’installazione di un impianto di riscaldamento a pompa di calore o a condensazione.
  • La sostituzione degli infissi non impone una spesa superiore a circa 55.000 euro.
  • Gli interventi, nel loro complesso, determinano il superamento di almeno due classi energetiche.
  • Tutti gli interventi sono svolti sotto l’egida di un tecnico asseveratore.

A queste condizioni è possibile inserire la sostituzione degli infissi nel “calderone” dell’ecobonus 110%. È sufficiente associare la sostituzione degli infissi o all’installazione del cappotto termico o all’installazione di impianto di riscaldamento a pompa di calore o a condensazione o a entrambi.

In realtà, oltre alla sostituzione degli infissi, è possibile inserire nel superbonus 110 altri interventi  di risparmio energetico.

Questi ultimi (sostituzione degli infissi compresa) sono detti interventi trainati.

Una piccola precisazione: la sostituzione degli infissi è facoltativa…. Sulla carta. In realtà è “quasi obbligatoria”. Di più, è una scelta di buon senso. Infatti, sarebbe paradossale installare un cappotto termico e lasciare infissi vecchi e inefficienti dal punto di vista energetico. Sarebbe come andare in giro con un giubbotto pesante… Ma a piedi scalzi!

Stesso discorso nel caso in cui si procedesse con l’installazione della caldaia. Anzi, nella fattispecie sarebbe addirittura inutile, in quanto questo intervento, da solo, di rado permette un aumento di due classi energetiche.

 

Che tipo di documentazione è necessaria al fine di ottenere la detrazione per gli infissi? Quali sono gli obblighi burocratici per accedere al super bonus?

Come già accennato, uno dei requisiti per ottenere il super bonus è il superamento di due classi energetiche.

Chi o cosa attesta questo requisito? Il documento d’elezione è l’APE, Attestato di Prestazione Energetica che, sulla base di vari parametri, assegna agli immobili una classe di efficienza energetica, che va dalla G alla A.

Tali parametri riguardano le dimensioni dell’immobile, i materiali che compongono i muri perimetrali ed il tetto,  il tipo e le prestazioni dell’impianto di climatizzazione, la tipologia dei serramenti e altro ancora.

L’APE va redatta da un tecnico specializzato prima di iniziare i lavori e dopo che essi sono stati eseguiti. Solo in questo modo è possibile verificare l’effettivo superamento delle classi energetiche.

Il tecnico che redige l’APE non va confuso con il tecnico asseveratore. Sono due figure diverse, che ricoprono due ruoli distinti e contrapposti.

  • Il tecnico deputato alla certificazione energetica attesta le prestazioni dell’immobile prima e dopo i lavori.
  • Il tecnico asseveratore invece certifica che gli interventi rispondano ai dei particolari requisiti.

Il primo verifica il lavoro dell’altro, dunque non possono mai essere la medesima persona.

Nello specifico, in che cosa consiste il lavoro del tecnico asseveratore?

Le principali mansioni del tecnico asserveratore sono:

  • Verificare che i costi non superino i limiti di spesa (circa 55.000 euro nel caso dei serramenti) imposti dalla legge per l’accesso al bonus.
  • Verificare che i costi sostenuti siano realistici (requisito della congruenza dei prezzi). Una possibile deriva del provvedimento è l’aumento artificioso e fraudolento dei costi. Per fare un esempio estremo ma che rende l’idea, finestre dal valore di 2.000 euro ciascuna potrebbero essere pagate 20.000 euro, con conseguente vantaggio per il compratore e per l’acquirente e ai danni dello Stato. Il tecnico asseverante deve scongiurare questo pericolo confrontando i costi effettivi con quelli previsti da un apposito prezziario.
  • Verificare che gli interventi consentano realmente il superamento di due classi energetiche. La verifica consiste nel controllo dei valori di isolamento termico dei prodotti forniti. Nel caso dei serramenti, il valore è quello della trasmittanza termica. In pratica, si tratta di verificare che il serramentista non fornisca una finestra energivora o tecnologicamente obsoleta, spacciandola magari per un prodotto performante.

Il contributo del tecnico asseveratore è in questo caso obbligatorio. Deve essere abilitato e iscritto all’ordine dei geometri, piuttosto che degli ingegneri o degli architetti. Inoltre deve essere dotato di un’assicurazione professionale con una copertura minima di 500.000 euro. Anche quest’ultimo requisito, badate bene, è obbligatorio (senza non si può andare avanti).

Come deve essere fatto il bonifico per ottenere la detrazione fiscale?

Ovviamente è necessario che tutti le spese sostenute siano tracciabili. Anche perché devono essere portate a prova di quanto realmente è stato speso. Per questo motivo l’unica modalità di pagamento consentita è quella del bonifico. Per giunta, non bonifici qualsiasi bensì… “Parlanti.”

Come funziona il bonifico parlante per le ristrutturazioni che rientrano nel bonus 110%?
Ebbene, semplicemente occorre compilare un modulo apposito che può essere richiesto in banca e che aggiunge informazioni ulteriori rispetto a quello standard.

Si tratta di informazioni che espandono la causale, trasformandola in una specie di fattura. Lo scopo è far sì che questo “bonifico parlante ristrutturazioni” dimostri chiaramente quanto è stato pagato, a chi e per quali interventi.

Il legame tra bonus ristrutturazioni e bonifico parlante è proprio questo: il primo non può prescindere dal secondo…

Il bonifico parlante attesta il possesso dei requisiti per accedere al bonus.

La novità più importante: le possibilità di sconto dai fornitori e cessione del credito

Tutti i bonus per le ristrutturazioni edilizie e quindi anche il bonus 110 per cento, sono una questione di crediti.

Il bonus infatti altro non è che un credito di imposta che è possibile portare in detrazione IRPEF nella dichiarazione dei redditi. Ovviamente un po’ alla volta, dichiarazione dopo dichiarazione (e quindi anno dopo anno).

Ma cosa succede se il proprietario non deve pagare l’IRPEF o se la sua IRPEF è inferiore al credito di imposta?

Ebbene, tra le novità introdotte recentemente, ce n’è una che risponde esattamente a questo quesito…

La possibilità di ottenere, in alternativa alla detrazione fiscale, il contributo in modo anticipato attraverso due forme: lo sconto dal fornitore oppure la cessione del credito.

Nel dettaglio:

  1. Lo sconto dal fornitore corrisponde sostanzialmente ad uno sconto in fattura ed è applicato sul corrispettivo dovuto fino ad un valore massimo pari all’importo che dovrebbe essere pagato allo stesso fornitore del bene o del servizio. I fornitori che hanno realizzato gli interventi anticiperanno quindi la spesa e potranno recuperare il credito sotto forma di credito d’imposta o, eventualmente, cedere a loro volta il credito ad altri soggetti (rientrando quindi nel punto successivo);
  2. La cessione di un credito d’imposta può essere effettuata verso diversi soggetti: gli stessi fornitori di beni e servizi, gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, altri soggetti (incluse le persone fisiche, le società e gli enti).

Questa disposizione apre quindi due importantissime opportunità per il beneficiario finale degli interventi, che gli permettono di ridurre notevolmente, o addirittura eliminare, il pagamento iniziale per riqualificare il proprio immobile. Le possibilità più immediate saranno infatti:

  1. Individuare un fornitore, ad esempio un’azienda con un buon profilo di solidità ed esperienza, che sia in grado non solo di progettare e realizzare i lavori, ma anche di applicare direttamente lo sconto in fattura oppure di acquisire il credito d’imposta dello stesso intervento;
  2. Informarsi autonomamente e indirizzarsi verso una banca che possa essere destinataria della cessione del credito d’imposta. Data la grande opportunità per il settore, diverse sono le banche che stanno offrendo questa possibilità e che quindi sono in grado di valorizzare la cessione del credito secondo un piano predefinito. La banca darà quindi evidenza, già dal proprio sito web e comunque dopo un percorso di valutazione della pratica, della quota di credito d’imposta che sarà riconosciuta al beneficiario finale, una volta detratti i costi di gestione dell’operazione complessiva: ad esempio, fatto “100” l’importo dei lavori e il credito d’imposta che acquisirà la banca, potrà essere “80” il credito effettivamente riconosciuto, sin da subito, al proprietario dell’immobile. In merito a questo secondo punto, Famm Infissi fornirà ulteriori aggiornamenti a breve.

Poiché, anche in questo caso, vi sono diverse condizioni applicabili e adempimenti necessari per ottenere le agevolazioni, è importante affidarsi a professionisti o aziende qualificate che vi possano guidare nella scelta della migliore opzione di realizzazione e finanziamento del vostro intervento, permettendovi quindi di poter contare su prodotti di qualità ed allo stesso tempo ridurre il vostro investimento.

Ci sono altre detrazioni fiscali di cui posso beneficiare?

Il superbonus 110 è solo l’ultimo di una lunga serie di agevolazioni. Attualmente sono a disposizione:

  • Il bonus casa, per le ristrutturazioni edilizie, nelle quali è possibile far entrare anche la sostituzioni degli infissi. La detrazione nella fattispecie è del 50%
  • L’ecobonus, per interventi che riqualificano dal punto di vista energetico gli edifici. Anche in questo caso è possibile inserire la sostituzione degli infissi. La detrazione è identica, pari al 50%, ma si accompagna a una notevole semplificazione burocratica rispetto al superbonus 110.
  • Il sismabonus, per interventi che mettono in sicurezza gli edifici dal rischio di terremoti.
  • Il bonus mobili, che risarcisce parte delle spese per l’acquisto dell’arredamento..
  • E altri ancora…

Per approfondire tutti i bonus e avere allo stesso tempo una panoramica complessiva, ti consigliamo questa guida sulle detrazioni fiscali.

Tra le alternative al super bonus 110 che abbiamo descritto, la più interessante è quella dell’ecobonus. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Che cos’è e come funziona la detrazione fiscale ecobonus del 50%

Questo bonus funziona esattamente come gli altri. Si matura il diritto di recuperare una parte della spesa, la quale si trasforma in un credito di imposta da inserire anno dopo anno, in varie tranche, nella dichiarazione dei redditi.

Accedere a questo bonus è vantaggioso. Infatti decade l’obbligo di:

  • Guadagnare due classi energetiche;
  • Realizzare almeno uno degli interventi trainanti elencati in precedenza;
  • Avere a che fare con l’asseveratore che, è bene ricordarlo, controlla i prezzi e le prestazioni delle finestre.

L’unico requisito di rilievo è che le finestre fornite devono essere efficienti dal punto di vista energetico. In questo caso, quindi, è il fornitore a dover garantire il rispetto del parametro della trasmittanza termica, inoltre sarà lui a dover attestare la congruenza dei prezzi, in pratica, nel caso di ecobonus, il fornitore si sostituisce all’asseveratore. (è un pò più complesso, conviene omettere……)

In compenso, anche in questo caso è possibile cedere il credito e ottenere direttamente uno sconto in fattura.

Non tutte le aziende consentono questa opportunità.

Noi di FAMM Infissi sì, accettiamo il tuo credito.

Ecco un esempio che ti aiuterà a comprendere la convenienza di questa scelta. Ti rivolgi a noi, ricevi un preventivo per la sostituzione delle finestre pari a 10.000 euro (IVA inclusa). A questo punto la decisione sta a te. Puoi trasformare i 5.000 del bonus in credito di imposta, e detrarlo dichiarazione dopo dichiarazione, anno dopo anno (ci vuole un decennio). Oppure puoi chiedere lo sconto in fattura, e pagare solo 5.000 euro.

In quanti anni si recupera la detrazione fiscale?

L’ecobonus (con detrazione al 50%) ha un orizzonte di dieci anni (salvo cessione del credito).

In buona sostanza, la cifra da recuperare va divisa in dieci quote. Ogni anno si porta in detrazione, in qualità di credito di imposta, una di queste quote.

Per quanto concerne il bonus 110%, invece, l’orizzonte è di cinque anni (salvo cessione del credito): la cifra viene divisa in cinque quote e sono necessarie solo cinque dichiarazioni dei redditi per recuperare tutto.

Quello che non ti dicono sul superbonus 110: la posa in opera è compresa?

Il superbonus 110 è una grande opportunità che nasconde dei punti oscuri, soprattutto per quanto riguarda i massimali di spesa.

Non sono dettagli: da questi dipende la possibilità di risparmiare diverse migliaia di euro, infatti e dal confronto tra il massimale calcolato dal tecnico e il nostro preventivo che capiremo se tutta la spesa rientra nel 110 oppure no.

Una delle maggiori ambiguità può essere sintetizzata con la domanda:

La posa in opera degli infissi è compresa nel superbonus 110?

 

La domanda nasce dalla seguente problematica: il massimale viene calcolato dal tecnico che vi segue ricavando i prezzi  da un prezzario (Edito dalla Casa Editrice DEI e per questo detto “Prezziario DEI”)   indicato dal legislatore e a seconda dei casi può essere superiore o inferiore al preventivo che riceverai.

Per semplificare l’argomento, e spiegare il perché di questo punto oscuro riguardante la posa in opera, ti proponiamo un esempio pratico.

 

Supponiamo quindi che tu voglia effettuare dei lavori di ristrutturazione con il superbonus 110, e che tra questi ci sia anche la sostituzione delle vecchie finestre. Per semplicità ipotizziamo che la tua casa necessiti di 10 finestre tutte uguali da 1 x 1,5 m. Stiamo parlando quindi di un totale di 15 mq.

 

A questo punto, per dare il via ai lavori:

  1. contatti uno studio tecnico,
  2. trovi un bravo asseveratore,
  3. ti fai redigere l’APE iniziale,
  4. ti fai dare i requisiti che gli infissi devono avere per poter guadagnare le due classi energetiche,
  5. vai in uno showroom e scegli i serramenti che più ti piacciono, tra quelli con le caratteristiche  che ti sono state indicate

 

Supponiamo che il preventivo per le tue finestre è di 8.500 euro (per ora non specifichiamo se è legno o pvc)

 

A questo punto il preventivo deve essere verificato e approvato dall’asseveratore, il quale controlla che:

  • la trasmittanza termica delle finestre corrisponda effettivamente a quanto ha stabilito
  • i prezzi siano congruenti e in linea con quelli pubblicati sul prezziario di riferimento (normalmente il prezziario DEI)

L’asseveratore quindi scorre  le varie voci del prezziario ed individua quella che nella descrizione  è più corrispondente alle caratteristiche della finestra che abbiamo preventivato.

Es: se abbiamo preventivato una finestra a due ante in legno, andrà a cercare il corrispondente prezzo che il prezziario ritiene “giusto” per una finestra in legno a due ante, se invece è ad anta singola andrà ad individuare quella voce con il rispettivo prezzo e così via..

Apriamo una piccola parentesi, perché è stato introdotto questo tipo di controllo? Per evitare che il legislatore possa riconoscere il 110% della spesa di una finestra troppo costosa.

Ricordiamoci che l’obiettivo è quello di aiutare la riqualificazione degli immobili presenti in Italia, ma non si vuole che ci siano degli sprechi.

A questo punto il tecnico individua nel prezziario che la finestra da 1×1,5 metri ha un prezzo corrispondente a 700 euro/mq.

Per cui abbiamo che 700 euro/mq x 15 mq (i metri quadri totali della casa dell’esempio) = 10.500 euro.

10.500 euro corrisponde dunque al tuo massimale.

Poiché nel caso dell’esempio il massimale è maggiore rispetto al preventivo di 8.500, allora potrai detrarre al 110% tutti gli 8.500 Euro. Resterà a te poi decidere se:

  • detrarli in 5 anni,
  • cederli ad una banca
  • oppure richiedere lo sconto in fattura al fornitore

 

Ma se nel DEI la tua finestra dovesse costare 400 euro/mq?

Allora il massimale è di 400×15 = 6.000,00 euro.

Quindi hai possibilità di detrarre fino a 6.000 euro al 110% e i restanti 2.500 devi aggiungerli di tasca tua e non puoi detrarli.

 

Superbonus 110 la posa in opera è compresa?

La domanda che molti addetti ai lavori si sono posti è stata la seguente: il prezzo indicato nel DEI è comprensivo di posa in opera?

 

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Aggiornamento: negli ultimi giorni abbiamo avuto

la conferma che il massimale è compreso posa in opera

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Cosa comporta questo?

Che il preventivo che il fornitore dei serramenti ti fa deve rientrare nel massimale comprensivo di posa in opera.

Detrazioni fiscali meglio legno o pvc?

Ecco che emerge un’altra necessità: scegliere finestre che rispettino i requisiti di trasmittanza e allo stesso tempo consentano un margine sufficiente per inserire eventualmente la posa in opera.

In tal caso: legno o pvc? 

  • Il pvc ha un massimale unitario più basso.
  • Tuttavia, il legno costa generalmente un po’ di più.

Dunque, se si sceglie con accortezza, le due soluzioni potrebbero equivalersi ma ti invitiamo a controllare accuratamente.

 

Cosa devi fare dunque?

Semplice: devi scegliere un venditore che:

  • Offra prodotti capaci di coniugare qualità, efficacia energetica, convenienza;
  • Sappia instaurare un dialogo con te, una comunicazione trasparente che ti permetta di evitare sorprese. Il raggiungimento del tuo reale obiettivo: ovvero sostituire gli infissi gratuitamente, dipende anche e soprattutto da questo, dal ragionamento sui massimali, sulla posa in opera, sulla spesa per gli infissi.

Famm Infissi è tra questi venditori.

Contattaci per ottenere aggiornamenti sulla questione della posa in opera, per verificare insieme quali infissi facciano al caso tuo sia in termini di design che in termini di massima profittabilità del super bonus 110.

 

⇒ Sei un geometra, architetto o un tecnico asseveratore?

Contatta Famm Infissi, ti forniremo indicazioni utili volte a realizzare stime giuste e sicure.

Conclusioni

Complimenti. Se leggi queste parole significa che hai gradito il nostro articolo.

Se hai dubbi e vuoi risposte dirette puoi lasciarci un messaggio o contattarci dalla pagina contatti.

Ecobonus 110 finestre infissi

Aggiornamento: Leggi anche Detrazioni Fiscali: Superbonus, Ecobonus e Sismabonus per l’efficienza e la riqualificazione della propria casa

Il Decreto Rilancio 2020 è finalmente diventato realtà con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (Decreto Legge n. 34/2020): il Governo ha messo in campo una maxi manovra da 55 miliardi per aiutare imprese e famiglie a fronteggiare l’emergenza Coronavirus e ad agevolare la ripartenza post-lockdown.

Partirà infatti dal prossimo 1° luglio una maxi detrazione per ridare slancio all’edilizia: in concreto tra le diverse misure c’è anche il Super Ecobonus al 110% che prevede il potenziamento delle detrazioni fiscali per i lavori di riqualificazione energetica degli edifici, misure antisismiche e installazioni di impianti fotovoltaici sostenute fino al 31 dicembre 2021.

Super Ecobonus cos’è e a chi spetta

Per poter usufruire del nuovo Ecobonus bisogna rispettare alcuni vincoli: primo fra tutti, il bonus viene erogato solo in caso di lavori che garantiscono il miglioramento dell’edificio di almeno due classi energetiche e ciò va dimostrato con l’Attestato di Prestazione Energetica (Ape), rilasciato da un tecnico abilitato.

Gli interventi per cui è possibile ottenere l’incentivo riguardano quindi:

  • Interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio: l’intervento di coibentazione deve interessare almeno il 25% delle pareti dell’edificio.
  • Sostituzione degli impianti di climatizzazione
  • Spese relative a specifici interventi antisismici
  • Impianti fotovoltaici
  • Infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e impianti di microcogenerazione

È importante sottolineare non tutti possono usufruire dell’ecobonus 2020.

Gli incentivi si applicano infatti agli interventi effettuati:

  • Dai condomini
  • Dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari
  • Dagli istituti autonomi case popolari
  • Dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa

Come funziona l’Ecobonus: lo sconto in fattura

Il contribuente, in alternativa alla possibilità di detrarre la spesa, potrà optare per un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore o da parte di un istituto bancario per l’intera somma del lavoro appaltato.

Nel caso venisse ceduto al fornitore questi potrà recuperare a sua volta la somma pari allo sconto rilasciato al cliente sotto forma di credito di imposta cedibile a banche o intermediari finanziari.

In poche parole i proprietari degli edifici avrebbero i lavori gratis, le imprese sarebbero pagate dalle banche le quali utilizzeranno per questo scopo la liquidità messa a disposizione dal Sistema Europa a condizioni veramente vantaggiose, con un margine del 10% spalmato in cinque anni.

Fantastico, ma anche la sostituzione di finestre e infissi rientra nel nuovo Ecobonus?

Lo vediamo subito.

Ecobonus al 110% per infissi porte e finestre

Riassumendo quanto detto in precedenza, la super detrazione spetta sicuramente a chi si impegna in lavori riguardanti l’installazione di cappotti termici degli edifici oppure per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore.

I cosiddetti interventi “minori” continuano invece a esser agevolati come previsto dalle regolazioni precedenti il Decreto Rilancio, che prevedono ad esempio una detrazione al 50% in dieci anni per serramenti e condizionatori.

Per questi casi, il supersconto al 110% in cinque anni scatta solo se questi lavori sulle singole unità immobiliari vengono effettuati nell’ambito di un più ampio intervento che agisce sull’intero edificio: quindi sesi effettua uno degli interventi sopra citati, anche l’acquisto e la sostituzione di infissi verrà inserita nel calcolo dell’ecobonus.

Detto questo però è importante sottolineare che anche per il bonus infissi ordinario del 50% (65% per i condomini) vi sono delle novità da segnalare:dal 1° luglio infatti, il vecchio bonus, grazie al decreto Rilancio potrà beneficiare dellosconto sul corrispettivo o della cessione del credito ad altri soggetti.

Sarà quindi possibile chiedere al fornitore uno sconto di importo pari alla detrazione,il quale, come già spiegato, potrà a sua volta cedere il credito d’imposta a una banca.

Conclusione

Se stai quindi pianificando la ristrutturazione energetica della tua abitazione è assolutamente più che conveniente prevedere insieme ai lavori principali (cappotto termico e impianti riscaldamento) anche la sostituzione degli infissi.

Sarebbe infatti un peccato perdere l’occasione di rimettere completamente a nuovo il proprio edificio quando i lavori non verrebbero a pesare assolutamente sul bilancio famigliare del proprietario.

C’è inoltre da ricordare il ruolo fondamentale che coprono gli infissi sulla tenuta energetica degli ambienti. Sarebbe infatti abbastanza inutile o comunque comporterebbe vantaggi assai ridotti, l’installazione di un cappotto termico in un’abitazione in cui le finestre sono vecchie e disperdono calore.

Quindi adesso non devi far altro che venirci a trovare in Show Room e studieremo insieme la soluzione più adatta alle tue esigenze.

IVA applicata ai serramenti

Se anche tu sei in procinto di acquistare i serramenti di casa, un argomento estremamente importante e da conoscere (anche se un po’ noioso) è sicuramente l’applicazione dell’aliquota IVA.

Una fonte a cui possiamo fare affidamento è la guida dell’Agenzia delle Entrate “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali”. Al primo capitolo viene trattato il tema delle “agevolazioni per il recupero del patrimonio edilizio” e viene dedicata un’intera sezione alla corretta applicazione dell’aliquota IVA.

Ci sono infatti delle situazioni ben specifiche in cui si ha diritto all’IVA agevolata al 10% anziché al 22% e questo, come puoi ben comprendere, incide considerevolmente sul totale finale che ti viene proposto.

Il nostro personale ha seguito corsi di formazione specifici su questo argomento e cercheremo di riassumere in questo articolo, nel modo più semplice possibile, le situazioni più comuni.

L’argomento è vasto e non può essere sicuramente affrontato nella sua interezza in poche righe. Lasceremo quindi a una futura pubblicazione la normativa legata ai serramenti per nuove costruzioni e ampliamenti e tratteremo qui esclusivamente quella legata a interventi di manutenzione (ordinaria o straordinaria) e ristrutturazione.

Ma partiamo dall’inizio, cercando di chiarire la differenza tra le diverse tipologie di intervento.

Manutenzione ordinaria, straordinaria o ristrutturazione?

Quando dobbiamo sostituire i serramenti, a seconda della tipologia di intervento che stiamo per effettuare, verrà applicata una specifica aliquota IVA.
Dobbiamo capire quindi in quale intervento rientriamo. Ma come farlo?

Di solito i casi più comuni sono:

  1. CASO 1:
    Dobbiamo sostituire i serramenti senza la necessità di intervenire con altre opere murarie: in questo caso parliamo di manutenzione ORDINARIA e possiamo procedere autonomamente senza troppe complicazioni
  2. CASO 2:
    I lavori che dovete effettuare non sono più relativi alla sola sostituzione dei serramenti, ma coinvolgono anche altre parti dell’edificio: in questo caso è necessario rivolgersi ad un tecnico (geometra, architetto, ect). Sarà lui, sulla base dell’entità dei lavori, a stabilire se rientrate nella manutenzione STRAORDINARIA o nella RISTRUTTURAZIONE (in realtà, si potrebbe rientrare anche in altre classificazioni, ma sono meno frequenti). Una volta che questo è stato stabilito, il tecnico presenterà il relativo documento di autorizzazione (titolo abilitativo) presso il comune nel quale è situato l’edificio.

Per chi volesse approfondire la differenza fra manutenzione STRAORDINARIA e RISTRUTTURAZIONE riportiamo di seguito le due definizioni:

  1. Manutenzione STRAORDINARIA: “opere e modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso.”
  2. Ristrutturazione: “interventi volti a trasformare un fabbricato mediante un insieme di opere che possono portare a un fabbricato del tutto o in parte diverso dal precedente”.

A grandi linee si capisce come gli interventi di ristrutturazione hanno una certa consistenza, al punto da modificare la costruzione.

Come capire quale IVA viene applicata ai serramenti nei vari casi

Quale IVA viene applicata quindi nei singoli casi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e ristrutturazione?
Ripetiamo che come primo passo è necessario capire in quale tra le situazioni sopra descritte ci troviamo, ricordando che per i casi diversi dalla manutenzione ordinaria è assolutamente necessario il parere di un tecnico. Noi in azienda ci limitiamo a chiedervi una copia del titolo abilitativo in modo da essere certi di applicare correttamente la normativa.
Riprendiamo quindi i tre casi sopra discussi:

  1. RISTRUTTURAZIONI: è il caso più semplice. Se i lavori che ti stai apprestando a fare nella tua abitazione rientrano in questa tipologia, verrà applicata un’IVA del 10% sul totale complessivo (fornitura + prestazione servizi).
  2. MANUTENZIONI: ordinaria e straordinaria vengono trattate allo stesso modo con un’aliquota mista: sulla “prestazione di servizi” (ad esempio la voce del preventivo “posa in opera”) è prevista l’IVA agevolata al 10%; per le voci relative ai “beni di valore significativo” (ad esempio le finestre) l’IVA viene calcolata al 10% fino a concorrenza del valore dei servizi, il rimanente al 22%.

Per capire meglio l’ultima frase facciamo un esempio:
Mettiamo che tu debba comprare delle nuove finestre per un valore totale di 10.000,00€ [Importo beni significativi].
A questo andrà aggiunta la posa in opera, mettiamo 2.500,00€. [Prestazione di servizi]

Usufruiremo dell’IVA al 10% sul valore della “Prestazione di servizio” (2.500,00€) e su una parte del valore dei beni significativi uguale al valore dei servizi (quindi sempre 2.500,00€).

Al rimanente (10.000€ – 2.500€) verrà applicata l’aliquota IVA al 22%.

Per maggiore chiarezza portiamo le cifre in una tabella:

Iva per serramenti

Conclusione

Il discorso così presentato è estremamente semplificato. Esistono infatti molti casi particolari che non possiamo approfondire qui.
Se ci verrai a trovare in showroom troverai un personale sempre pronto ad affrontare con te in maniera approfondita la questione dandoti le soluzioni e le rispose per la tua particolare situazione.

In sintesi, quello che devi ricordare con questo post è che con la manutenzione ordinaria e con la manutenzione straordinaria non si ha diritto all’IVA agevolata del 10% sul totale complessivo ma solo su una parte delle voci di preventivo. Nel caso di lavori di ristrutturazione è invece sempre prevista l’applicazione dell’aliquota IVA del 10%.

Per qualunque dubbio non esitare a contattarci o a scriverci.

Se invece desideri un preventivo non devi far altro che venirci a trovare in Show Room studieremo insieme la soluzione più adatta alle tue esigenze.